giovedì 30 dicembre 2010

USA: guardie armate negli uffici di collocamento!

Siamo a questo punto: nell'Indiana (USA) gli uffici di collocamento sono protetti da guardie armate! Un altro bel risultato raggiunto dal Capitalismo globale, no?
Non ci stupirebbe di vedere molto presto simili amenità anche qua in Europa, visto che i nostri 'governanti' si ostinano a seguire scriteriatamente le criminali logiche neoliberiste e turbocapitaliste che stanno distruggendo le vite di milioni di non-privilegiati!

INDIANAPOLIS -- Armed security guards will be on hand at 36 unemployment offices around Indiana in what state officials said is a step to improve safety and make branch security more consistent.
No specific incidents prompted the action, Department of Workforce Development spokesman Marc Lotter told 6News' Norman Cox.
Lotter said the agency is merely being cautious with the approach of an early-December deadline when thousands of Indiana residents could see their unemployment benefits end after exhausting the maximum 99 weeks provided through multiple federal extension periods. "Given the upcoming expiration of the federal extensions and the increased stress on some of the unemployed, we thought added security would provide an extra level of protection for our employees and clients," he said.
Some offices have had guards for nearly two years but those guards were hired on a regional basis, meaning some offices had armed guards while others did not, Lotter said.
Lotter said state employees in the affected offices have also recently gone through stress-management training in which they learn how to respond appropriately to angry clients.
"This is a stressful time for people in the economy," he said. "That's why we're not only taking this step (of hiring guards), but we're also increasing our training for our staff to be able to help people as they're trying to cope with these changes."

Fonte: http://www.theindychannel.com/news/25539273/detail.html

lunedì 20 dicembre 2010

L'abisso delle ineguaglianze

Sta aumentando la concentrazione della ricchezza e la disuguaglianza nella distribuzione dei redditi in Italia.
I dati che emergono dal rapporto «La Ricchezza delle famiglie italiane» del bollettino di Bankitalia confermano la crescente disomogeneità nella distribuzione delle risorse nella nostra Nazione e un progressivo peggioramento delle condizioni economiche di una buona fetta della popolazione.
Secondo l'analisi, il 45% della ricchezza complessiva delle famiglie italiane è in mano al 10% delle famiglie, mentre la metà più povera deve accontentarsi del 10%!
Il trend di polarizzazione è confermato anche da altri dati: il numero di famiglie con una ricchezza netta negativa, alla fine del 2008 era pari al 3,2 per cento, in lieve ma graduale crescita dal 2000 in poi. L'indebitamento medio è invece aumentato del 29% negli ultimi anni.
Tenendo conto che gli effetti della crisi economica in corso, probabilmente non ancora del tutto visibili, sono destinati a peggiorare, la forbice, ne siamo sicuri, si allargherà ulteriormente!

giovedì 9 dicembre 2010

La Commissione Ue finanzia le multinazionali Usa

Interessante articolo apparso sul quotidiano Rinascita il primo dicembre, che mostra come i fondi, quasi 350 miliardi in sette anni, a disposizione dalla UE per aiutare lo sviluppo delle regioni europee svantaggiate e aiutare le PMI locali (quelle che non delocalizzano), finiscono invece, legalmente, nelle tasche delle grandi multinazionali come Coca Cola, IBM e Nokia!

Le multinazionali statunitensi, IBM, Honeywell, McDonald e Coca Cola, sono tra i beneficiari dei fondi regionali dell’Unione europea.
A rivelare la sensazionale notizia un database raccolto da un gruppo di giornalisti britannici che ha dimostrato come la Commissione europea ha garantito lauti finanziamenti ad aziende Usa come IBM, Coca-Cola, McDonald e Honeywell. Si annoverano poi fra i beneficiari le grandi aziende farmaceutiche, alcune catene di supermercati e delle compagnie europee nel settore aerospaziale e della difesa, come Eads e Dassault. Non sorprende che a farsi promotori della denuncia siano stati proprio i reporter del quotidiano della City londinese, Financial Times, ovvero legati al governo britannico e alla sua finanza euroscettica per antonomasia e acerrima nemica di un’Europa indipendente dal dominio anglo-americano.
Dall’inchiesta comunque emerge che i fondi strutturali europei non vengono spesi. Proprio così. Miliardi di euro destinati infatti ad accrescere le regioni depresse del Vecchio Continente rimangono nelle casse di Bruxelles, perché i governi non hanno le risorse finanziarie integrative per sbloccarli. Dal database si evince poi che i 347 miliardi di euro finora distribuiti in 271 regioni di 27 Paesi europei e che nell’arco di sette anni, sono stati utilizzati solo il dieci percento dei fondi allocati per il periodo 2007-2013. Ma non solo. Il gigante statunitense dei computer IBM è uno dei maggiori beneficiari delle commesse Ue, con oltre 24 milioni di euro intascati con alcuni progetti in vari Paesi dell’Unione europea. Di tale somma 15 milioni e 600.000 sono destinati ad un centro servizi a Wroclaw, nel sud della Polonia, altri 2,6 milioni per un centro simile nella Repubblica Ceca e 985.000 per un altro in Ungheria. In Italia, la filiale locale della multinazionale nordamericana ha ricevuto finora 3 milioni e 700.000 euro per lo sviluppo di un laboratorio di bio-informatica e per la messa in opera di portali per il commercio online, utili alle piccole e medie imprese nei settori del turismo, del patrimonio culturale e agroalimentare.
Nei Paesi Bassi, l’IBM ha stretto una partnership con altre due imprese, in un progetto pilota finanziato dall’Unione europea per la somma di 646.542 euro, finalizzato a ridurre del 14 per cento il consumo energetico di 500 nuclei familiari. Per quanto riguarda la Spagna, invece, la regione di Valencia è coinvolta nel progetto di incremento delle vendite di IBM con i soldi dell’Unione europea, in quanto ha acquisito i server e altri elementi per i computer prodotti dalla società per una somma pari a 638.820 euro.
La statunitense Honeywell produttrice di armamento e tecnologia aerospaziale ha ricevuto 4 milioni e 200mila euro per il suo centro di ricerca e sviluppo nella Repubblica ceca.
Anche il gigante Coca-Cola è presente nella lista, con 902.071 euro stanziati da Bruxelles per il potenziamento delle sue linee di produzione in Ungheria ed Estonia, nonché per la formazione del personale tedesco. A questo si aggiunge un progetto belga il cui valore non è stato rivelato.
Per quanto riguarda la farmaceutica, il gigante GlaxoSmithKline (GSK) ha ottenuto ben 1,8 milioni di euro per il suo impianto nel nord della Francia finalizzato ad “aumentare la capacità di liofilizzazione dei vaccini”. Un’altra grande compagnia dello stesso settore, la Pfizer, ha ricevuto 196.352 euro per la realizzazione di alcuni progetti in Belgio.
Dall’inchiesta dei giornalisti emerge un’amara verità: l’impossibilità di controllare il flusso del danaro da parte delle autorità centrali e il modo opaco in cui vengono spesi i fondi. Tra le cause principali un numero esiguo di investigatori anti-frode, pari a 25 unità, e una fitta rete di burocrati, che rende ardua la possibilità di sapere come i soldi vengono distribuiti e utilizzati. A rendere più grave la situazione è il ruolo svolto dalle regioni a cui fondi sono assegnati e in cui scompaiono tra la fitta rete delle maglie burocratiche. Per non parlare poi del sostegno dei fondi Ue sono proprio le multinazionali a stelle e strisce, battistrada dell’asservimento culturale ed economico di Washington sull’Europa-colonia.

domenica 5 dicembre 2010

Solidarietà ai lavoratori Comdata! No delocalizzazioni!

Siamo venuti a sapere che la Comdata chiuderà a Scarmagno il settore di Help Desk (assistenza telefonica ai clienti) per trasferirlo via dal Canavese.
Il network Stop Capitalismo esprime totale solidarietà ai lavoratori, specie ai precari che sicuramente perderanno il posto di lavoro.
Da vent’anni stiamo pagando il prezzo di politiche industriali basate su sfrenate logiche capitaliste, con il nostro territorio che subisce un’emorragia continua di attività produttive. In una situazione già altamente critica, se le aziende continuano a portare altrove gli impianti produttivi, piccoli e grandi, cosa resterà della nostra terra? Ogni azienda che delocalizza impoverisce il territorio, lo priva di eccellenze difficilmente ricreabili, elimina posti di lavoro e priva del futuro la collettività di cittadini e i lavoratori residenti.
E’ tempo di dire BASTA a queste scelte scellerate!
STOP DELOCALIZZAZIONI!